L’apparato legislativo che regola il sistema vitivinicolo è indubbiamente complesso: tra le disposizioni comunitarie, quelle nazionali, e la loro interpretazione applicativa, che non di rado varia da un ufficio competente all’altro, o tra regioni e province diverse, è veramente difficile ottemperare con tranquillità e sicurezza a tutti gli adempimenti richiesti. Tale complessità però non è solo frutto della “cattiveria” del legislatore o della scarsa efficacia degli organismi di controllo, ma spesso ha motivazioni storiche che trovarono una precisa ragion d’essere in situazioni contingenti, alcune risalenti addirittura all’impero romano.
Con questo terzo appuntamento l’avvocato Alessio Gennari, esperto di diritto commerciale, societario e vitivinicolo, termina un percorso di approfondimento per aiutarci non solo a dipanare l’intricata regolamentazione nazionale e comunitaria, ma anche, attraverso accurati approfondimenti storiografici, a comprendere l’origine storica delle leggi che regolano il settore.
PROGRAMMA
La responsabilità penale dell’impresa agricola nell’attività vitivinicola
La responsabilità penale dell’ente, introdotta dal D. lgs 231/01, riguarda anche i partecipanti alla filiera vitivinicola. In tale contesto l’impresa agricola rappresenta una singolarità nei modelli di organizzazione e controllo, poiché ha regole proprie e presunzioni per quanto riguarda il sistema delle giacenze e dei controlli ai quali è sottoposta. È necessario prima declinare tali singolarità all’interno del quadro normativo di riferimento, per poi comprendere in che modo possano rientrare nel modello organizzativo adottato a prevenire i reati poiché, il fare altrimenti, potrebbe comportare il rischio di avvicinare l’ente ad una possibile responsabilità penale senza però avere esatta contezza delle ragioni. Si aggiunga inoltre che la filiera vitivinicola vive soprattutto del lavoro agricolo ed ecco allora che alcune norme poste a tutela del lavoro, come le disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro, accedono direttamente ai reati presupposto imputabili all’ente e allora anche tali aspetti normativi più critici devono essere debitamente intesi per valutare il corretto inquadramento del modello organizzativo atto a prevenire i reati.
Docente: avv. Alessio GENNARI